lunedì 29 marzo 2010

Cheese-cake aux poireaux



C'est mon premier cheesecake et il me semble que le résultat n'est pas trop mal. Le prochain sera certainement sucré, une amie de blog en a fait un récemment qui m'attire beaucoup.

C'est un plat à préparer la veille, idéal pour un brunch, une réunion entre amis ou tout simplement à déguster en famille.

Pour 6/8 personnes

- 225 gr (1 paquet) de pains grillés suédois
- 500 g de fromage frais (St. Moret)
- 150 g de crème épaisse
- 200 g emmenthal râpé
- 4 œufs
- 120 beurre
- 3 poireaux
- 1/2 botte de ciboulette
- 5 cl de vin blanc sec
- 2 c. à s. de Maïzena
- sel, poivre

Posez un cercle à pâtisserie haut, beurré, sur la tôle du four tapissée de papier cuisson. Mixez finement les pains suédois avec 100 g de beurre fondu. Tapissez-en le fond du cercle en tassant bien. Placez au frais 1h.



Nettoyez et émincez les poireaux. Faites-les cuire 10 min avec 20 g de beurre dans une sauteuse. Salez et poivrez. Ajoutez le vin, faites bouillir jusqu’à ce qu’il ne reste plus de liquide et laissez refroidir. Ciselez la ciboulette.

Préchauffez le four à 180 C°. Dans un saladier mélangez le fromage frais et la crème. Incorporez les œufs un à un, puis les poireaux, la Maïzena et l’emmenthal. Versez sur le fond et enfournez pour 40 min. laissez refroidir dans le four éteint et placez au frais 12 h.
J'ai tapissé aussi le bord du cercle de papier cuisson, pour éviter des surprises au démoulage.



Le jour même, retirez le cercle et servez.

On peut aussi utiliser un moule a fond amovible.


Source : Cuisine actuelle

lunedì 15 marzo 2010

Jean FERRAT - " Ma France "

E' morto questo fine settimana un cantautore francese, forse non conosciuto in Italia come Brel o Brassens, ma della stessa "pasta". Ha messo in musica anche dei poemi di Louis Aragon.

Ecco una delle sue canzoni, "MA FRANCE", che non è piaciuta a tutti quando è uscita 30 anni fa.

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Jean Ferrat, "Ma France", 1969

De plaines en forêts de vallons en collines
Du printemps qui va naître à tes mortes saisons
De ce que j'ai vécu à ce que j'imagine
Je n'en finirai pas d'écrire ta chanson
Ma France

Au grand soleil d'été qui courbe la Provence
Des genêts de Bretagne aux bruyères d'Ardèche
Quelque chose dans l'air a cette transparence
Et ce goût du bonheur qui rend ma lèvre sèche
Ma France

Cet air de liberté au-delà des frontières
Aux peuples étrangers qui donnaient le vertige
Et dont vous usurpez aujourd'hui le prestige
Elle répond toujours du nom de Robespierre
Ma France

Celle du vieil Hugo tonnant de son exil
Des enfants de cinq ans travaillant dans les mines
Celle qui construisit de ses mains vos usines
Celle dont monsieur Thiers a dit qu'on la fusille
Ma France

Picasso tient le monde au bout de sa palette
Des lèvres d'Éluard s'envolent des colombes
Ils n'en finissent pas tes artistes prophètes
De dire qu'il est temps que le malheur succombe
Ma France

Leurs voix se multiplient à n'en plus faire qu'une
Celle qui paie toujours vos crimes vos erreurs
En remplissant l'histoire et ses fosses communes
Que je chante à jamais celle des travailleurs
Ma France

Celle qui ne possède en or que ses nuits blanches
Pour la lutte obstiné de ce temps quotidien
Du journal que l'on vend le matin d'un dimanche
A l'affiche qu'on colle au mur du lendemain
Ma France

Qu'elle monte des mines descende des collines
Celle qui chante en moi la belle la rebelle
Elle tient l'avenir, serré dans ses mains fines
Celle de trente-six à soixante-huit chandelles

GOYA al Palazzo Reale - Milano


Goya e il Mondo Moderno
A cura di: Valeriano Bozal e Concepción Lomba
17/03/10 - 27/06/10 - Milano

L’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e la Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior di Spagna, in occasione del Semestre spagnolo di Presidenza dell’Unione Europea, presentano nelle sale di Palazzo Reale una straordinaria mostra sul grande pittore aragonese, anticipatore e fonte d’ispirazione dei principali artisti e movimenti degli ultimi due secoli.
Partendo dall’analisi delle tematiche care al pittore aragonese - l’immagine della nuova società, l’espressione della soggettività, la reazione gestuale, la violenza - la rassegna propone un inedito e stimolante confronto tra Goya e il mondo moderno, di cui il pittore è stato anticipatore e testimone, come uomo e artista.

Goya, “pittore della vita moderna”. L’influenza di Goya sull’arte e la cultura contemporanea è confermata dalla storiografia tradizionale che definisce l’opera dell'artista come un punto di riferimento per i movimenti stilistici che hanno contribuito a definire l’arte del XIX e del XX secolo: impressionismo, simbolismo, espressionismo, surrealismo.
La presenza dell’irrazionalità, l’importanza del corpo, il terrore, la costanza della paura, sono solo alcuni degli aspetti della nuova società su cui quadri, disegni e incisioni di Goya proiettano una luce intensa e riconoscibile.
Non sono pochi gli artisti che, direttamente e non, hanno trasformato la pittura di Goya in un punto di riferimento concettuale ed estetico facendo propri i racconti e le pennellate avvolgenti.
Il percorso Il percorso espositivo si articola attraverso tre filoni tematici che presentano le opere di Goya accanto a quelle di alcuni fra i più influenti artisti del secolo moderno.
In primo luogo, viene proposta un’analisi dell’immagine della nuova società, muovendo dal fallimento della struttura politica dell'Antico Regime, per arrivare allo sviluppo industriale e alla nascita di nuovi collettivi sociali in cui l’individuo afferma la propria soggettività.
In seconda istanza, la mostra vuole dar conto della reazione dell'individuo al nuovo stile di vita, attraverso la riproduzione di espressioni forti e contrastanti con gli stereotipi comportamentali tradizionali.
La rassegna infine presenta una visione della violenza e del terrore, come i tratti più negativi della nuova società, che prendono vita sulle tele con colori e rappresentazioni cupe e intense.
La mostra è organizzata in cinque sezioni:
1. Il lavoro del tempo.
I ritratti, dove ritratti e autoritratti danno conto della rinnovata analisi della soggettività, come portato della società moderna (Goya qui si confronta con David, Delacroix, Soutine);


2. La vita di tutti i giorni, con opere che mostrano le conseguenze e le derivazioni di questa nuova società nella vita di tutti i giorni (qui le opere di Goya dialogano con quelle di Daumier, Grosz, Kirchner, Victor Hugo);
3. Comico e grottesco, che intende illustrare il mondo moderno mostrandone gli aspetti più assurdi, seguendo una delle chiavi di lettura preferite dal grande pittore spagnolo (le incisioni di Goya qui anticipano le opere di Miró, Picasso, Klee);
4. La violenza, in cui le rappresentazioni della guerra e delle sue drammatiche conseguenze intendono esplorare l'aspetto più nero e terribile della trasformazione della società (le crude immagini di Goya qui si accompagnano a Music, Dalì, Guttuso, Picasso);


5. Il grido, chiude il cerchio, restituendo i volti di quella soggettività ammirata nella prima sezione della mostra, ormai deformati dal terrore, ridotti a una lontana parvenza di quel che furono (Pollock, Kiefer, Bacon, Saura qui mostrano di aver raccolto l’eredità del pittore spagnolo)
La rassegna di Palazzo Reale rappresenta un'operazione imponente, che coinvolge 62 enti prestatori di 15 Paesi diversi, tra privati e Musei internazionali.
Oltre a quelle di Goya, saranno esposte opere di altri 45 artisti per un totale di 184 pezzi.
La mostra offrirà al pubblico una grande varietà di capolavori: l’Autoritratto di Goya dal Museo del Prado e quello di Delacroix dagli Uffizi, lo splendido ritratto di Asensio Julià dal Museo Thyssen- Bornemisza, le raffigurazione del Re Carlo IV e quello della Regina Maria Luisa di Parma dall’Archivio Generale delle Indie di Siviglia, realizzati da Goya grazie al suo incarico di ritrattista di corte in dialogo con la splendida Donna con mantella di Pablo Picasso dal Museu Picasso di Barcellona.
Accanto ai ritratti, suggestive rappresentazioni di vita quotidiana come i Goya L’arrotino dal Museo di Belle Arti di Budapest o La lattaia di Bordeaux dal Museo del Prado, ma anche le famosissime incisioni dell’artista spagnolo provenienti dalla Biblioteca Nazionale di Madrid che anticipano le atmosfere grottesche di Circus Trio di Georges Rouault dalla Phillips Collection di Washington, Lampo nero di Paul Klee dalla collezione Surroca di Barcellona e Donna e uccelli nella notte di Joan Miró dalla Fundació Joan Miró.
Sarà possibile apprezzare i celeberrimi toni cupi di Goya nelle opere la Decollazione e Il rogo, accanto ai violenti Madre con bambino morto di Picasso dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid e Trionfo della morte di Renato Guttuso dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
La mostra chiuderà con opere di forte impatto emotivo: tra le altre, Cristo nell’orto degli ulivi, di Goya, il gigantesco La grande moltitudine 1963, di Antonio Saura, dipinto di oltre cinque metri dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Pittura A di Jackson Pollock dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Tre studi per un ritratto di Peter Bear di Francis Bacon della Collezione Juan Abelló e Uomo rosso con baffi di Willem de Kooning, dal Museo Thyssen-Bornemisza.

PALAZZO REALE
piazza Duomo, 12
Milano

Orari: lunedì, dalle ore 14,30 alle 19,30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle ore 9,30 alle 19,30; giovedì e sabato dalle ore 9.30 alle ore 22.30
Ingresso: intero € 9,00; ridotto € 7,50; ridotto speciale € 4,50
Tel. 02875672

Informazioni raccolte da ARTE.GO

mercoledì 10 marzo 2010

Yasmine GHATA - La notte dei calligrafi


Ho letto ieri su una rivista francese della paruzione dell'ultimo romanzo di Yasmine GHATA "MUETTES".

Ho avuto il grande piacere di conoscerla nel 2006 a Milano. Era tra i 3 finalisti del premio dedicato a Edoardo Kihlgren "Edoardo KIHLGREN Opera Prima Città di Milano". Gli altri 2 finalisti erano Franceso TRENTO e Aureliano AMADEI con "VENTI SIGARETTE A NASSIRYA" e Marco MISSIROLI con "SENZA CODA". Yasmine GATHA presentava "LA NOTTE DEI CALLIGRAFI" e le ho fatto da modesta interprete nelle serate finali del premio che ha vinto.
Lo stesso anno ha anche vinto il Premio CAVOUR.

Ho regalato questo libro varie volte, perchè si entra in un mondo a me sconosciuto, lontano e affascinante. Ve lo consiglio.

Yasmine Ghata è nata in Francia nel 1975.
Ha studiato Storia dell’arte alla Sorbona e all’École du Louvre, specializzandosi in arte islamica.
La notte dei calligrafi è nato dall’incontro fortuito dell’autrice con un’opera della nonna, poi protagonista del romanzo, nell’ala Richelieu del Louvre.

La notte dei calligrafi (Feltrinelli - 2006)

“La mia morte fu dolce come la punta della canna che intinge le fibre del calamaio, più rapida dell’inchiostro bevuto dalla carta”. Così racconta, con una voce sospesa fra ombra e luce, Rikkat, celebre calligrafa turca, quando intraprende il resoconto della sua vita.
Formatasi accanto agli ultimi grandi calligrafi dell’Impero ottomano, vive la riforma di Atatürk che, nella sua opera di laicizzazione, vieta l’uso della lingua araba e della sua calligrafia.
Fin dalla giovinezza, Rikkat si mostra come una donna libera, coraggiosa, sensuale e spirituale al tempo stesso. Dopo lo sciagurato matrimonio con un dentista, incarnazione della più ottusa razionalità, la giovane si consacra alla calligrafia e all’insegnamento presso l’Accademia di Belle Arti. Qui può immergersi finalmente nello studio dei remoti segni che traccia come ponti lievi e impeccabili tra l’umano e il divino.
Anche il secondo marito, un albanese mistificatore e ipocrita, lascia ben poco alla donna. Ma nella grande vecchia casa in riva al Bosforo, Rikkat continua a intrecciare le preziose trame, confrontandosi con generazioni di studenti cui affida il suo sapere.
Solo molti anni dopo, con il ritorno del figlio a Istanbul e la scoperta di un orribile segreto, Rikkat comprende il disegno compiuto che le consente di mettere in ordine i suoi calami e di riconciliarsi con se stessa, prima di morire.
Yasmine Ghata narra, con lingua fluida, sinuosa ed elegante, la storia della vita di Rikkat Kunt, sua nonna, intrecciandola con quella della Turchia e delle sue più profonde radici culturali.

LA DECISIONE DI SCRIVERE QUESTO LIBRO
Nel Marzo del 2000 al Louvre Yasmine Ghata visita le ale che ospitano una mostra sulla calligrafia ottomana,quando, in una teca,vede il nome della nonna quale realizzatrice di uno dei lavori esposti.
Possiamo dire che l' "incontro" tra l'autrice e la nonna (che non ha mai conosciuto se non da piccolissima) avviene grazie alla calligrafia.
L'autrice conserva ancora tutti gli strumenti da lavoro di Rikkat Kunt, i pennelli,i calami e una scatola d'avorio.
L'autrice, precisa che,non avendo mai conosciuto la nonna,i contenuti del libro sono pura invenzione,in Turchia il libro è stato visto come una biografia,ma in realtà non è così.
La Ghana immagina quello che la nonna calligrafa Rikkat avrebbe potuto pensare ed esprimere,inoltre precisa che essa era anche una valente miniaturista,ossia una creatrice di miniature ( immagini che decoravano testi anche sacri,alternandosi alle lettere dell'alfabeto arabo).

lunedì 8 marzo 2010

Buon Compleanno Matley

Buon compleanno, il mio caro cagnolino. Oggi soffierai 2 candeline.


FESTA del Limone a MENTONE

Si è conclusa la 77a Festa del limone a Mentone, dopo 15 giorni di esposizione in un parco della città e varie sfilate di carri realizzati su strutture di ferro con limoni ed arance.







A fine manifestazione, questo fine settimana, la frutta è messa in vendita a prezzi stracciati per confezionare marmellate.

sabato 6 marzo 2010

Fondant à l'orange, Cognac et Grand Marnier - Torta morbida all'arancia con Brandy e Grand Marnier

Oggi, ho ritrovato su un foglietto la ricetta di questa torta all'arancia che mi aveva dato mia Zia e spero che vi piacerà.


Servono:
- 150 g mandorle in polvere
- 120 g zucchero a velo
- 3 cucchiai da minestra Maizena
- 3 uova
- 2 cl panna fresca liquida
- 2 arance
- 2 cucchiai da minestra Cognac o Brandy
- 1 cucchiaio da minestra Grand Marnier

Scaldare il forno a 190°
Spremere le arance, dopo avere ricavato un pò di scorza
Sbattere le uova con lo zucchero e un pizzico di sale
Aggiungere la polvere di mandorle, la maizena e i liquori.
Imburrare una teglia rotonda a bordo alto (moule à manqué) e cuocere per 30'.
Non cuocere troppo, la torta deve rimanere morbida.



Ho messo anche delle scorze nell'impasto e decorato con lamelle d'arancia e fili di scorza dopo averla spolverata di zucchero a velo.

venerdì 5 marzo 2010

Festa delle Violette - Tourrettes sur Loup


Questo fine settimana a Tourrettes-sur-Loup, nell'entroterra di Cannes si terrà la festa delle violette.
Tra mare montagna, a 14 km dalle spiagge, esiste un luogo, Tourrettes sur Loup, dove un secolo fa le violette hanno scelto di fiorire.
Ancora oggi la coltivazione di questo fiore delicato costituisce una delle principali attività, e l'importanza della produzione ha dato al villaggio il titolo di città delle violette.
I fiori di violetta vengono cristallizzati e servono nella decorazione di dolci, ma sono deliziosi anche mangiati come caramelle.


A Tourrettes si può gustare anche un buonissimo gelato alla violetta. Le foglie invece vengono vendute alle profumerie della vicina Grasse per l'estrazione di olii essenziali.

giovedì 4 marzo 2010

MADELEINES CON GAMBERETTI

Un altro modo di gustare le Madeleines all'aperitivo o come antipasto con un'insalata.



Per 16 madeleines:
- 2 uova
- 80 g farina
- 1 cucchiaino di lievito
- 5 cucchiai d'olio di girasole
- 15 g emmental a fiammiferi
- 100 g gamberetti già cotti (anche surgelati)
- 1 cucchiaino di curry
- sale, pepe
- burro per la teglia

Preriscaldare il forno modo ventilato a 220°.
Mescolare la farine con i tuorli.
Sbattere leggermente gli albmi con una forchetta, senza montarli e incorporarli.
Aggiungere poco a poco l'olio, il formaggio, i gamberetti ed il curry.
Salare e pepare.
Imburrare ed infarinare le teglie.
Riempire a metà le alveole.
Cuocere 4 minuti circa a 220° e ancore 4 minuti circa a 180°

Source Sophie

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