mercoledì 10 marzo 2010

Yasmine GHATA - La notte dei calligrafi


Ho letto ieri su una rivista francese della paruzione dell'ultimo romanzo di Yasmine GHATA "MUETTES".

Ho avuto il grande piacere di conoscerla nel 2006 a Milano. Era tra i 3 finalisti del premio dedicato a Edoardo Kihlgren "Edoardo KIHLGREN Opera Prima Città di Milano". Gli altri 2 finalisti erano Franceso TRENTO e Aureliano AMADEI con "VENTI SIGARETTE A NASSIRYA" e Marco MISSIROLI con "SENZA CODA". Yasmine GATHA presentava "LA NOTTE DEI CALLIGRAFI" e le ho fatto da modesta interprete nelle serate finali del premio che ha vinto.
Lo stesso anno ha anche vinto il Premio CAVOUR.

Ho regalato questo libro varie volte, perchè si entra in un mondo a me sconosciuto, lontano e affascinante. Ve lo consiglio.

Yasmine Ghata è nata in Francia nel 1975.
Ha studiato Storia dell’arte alla Sorbona e all’École du Louvre, specializzandosi in arte islamica.
La notte dei calligrafi è nato dall’incontro fortuito dell’autrice con un’opera della nonna, poi protagonista del romanzo, nell’ala Richelieu del Louvre.

La notte dei calligrafi (Feltrinelli - 2006)

“La mia morte fu dolce come la punta della canna che intinge le fibre del calamaio, più rapida dell’inchiostro bevuto dalla carta”. Così racconta, con una voce sospesa fra ombra e luce, Rikkat, celebre calligrafa turca, quando intraprende il resoconto della sua vita.
Formatasi accanto agli ultimi grandi calligrafi dell’Impero ottomano, vive la riforma di Atatürk che, nella sua opera di laicizzazione, vieta l’uso della lingua araba e della sua calligrafia.
Fin dalla giovinezza, Rikkat si mostra come una donna libera, coraggiosa, sensuale e spirituale al tempo stesso. Dopo lo sciagurato matrimonio con un dentista, incarnazione della più ottusa razionalità, la giovane si consacra alla calligrafia e all’insegnamento presso l’Accademia di Belle Arti. Qui può immergersi finalmente nello studio dei remoti segni che traccia come ponti lievi e impeccabili tra l’umano e il divino.
Anche il secondo marito, un albanese mistificatore e ipocrita, lascia ben poco alla donna. Ma nella grande vecchia casa in riva al Bosforo, Rikkat continua a intrecciare le preziose trame, confrontandosi con generazioni di studenti cui affida il suo sapere.
Solo molti anni dopo, con il ritorno del figlio a Istanbul e la scoperta di un orribile segreto, Rikkat comprende il disegno compiuto che le consente di mettere in ordine i suoi calami e di riconciliarsi con se stessa, prima di morire.
Yasmine Ghata narra, con lingua fluida, sinuosa ed elegante, la storia della vita di Rikkat Kunt, sua nonna, intrecciandola con quella della Turchia e delle sue più profonde radici culturali.

LA DECISIONE DI SCRIVERE QUESTO LIBRO
Nel Marzo del 2000 al Louvre Yasmine Ghata visita le ale che ospitano una mostra sulla calligrafia ottomana,quando, in una teca,vede il nome della nonna quale realizzatrice di uno dei lavori esposti.
Possiamo dire che l' "incontro" tra l'autrice e la nonna (che non ha mai conosciuto se non da piccolissima) avviene grazie alla calligrafia.
L'autrice conserva ancora tutti gli strumenti da lavoro di Rikkat Kunt, i pennelli,i calami e una scatola d'avorio.
L'autrice, precisa che,non avendo mai conosciuto la nonna,i contenuti del libro sono pura invenzione,in Turchia il libro è stato visto come una biografia,ma in realtà non è così.
La Ghana immagina quello che la nonna calligrafa Rikkat avrebbe potuto pensare ed esprimere,inoltre precisa che essa era anche una valente miniaturista,ossia una creatrice di miniature ( immagini che decoravano testi anche sacri,alternandosi alle lettere dell'alfabeto arabo).

1 commento:

  1. salut isa
    pas compris ton post mais merci pour ton gentil passage chez moi !! ciao Pierre

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