mercoledì 28 ottobre 2009

POLDI PEZZOLI - Le "trame di lusso" di principi e dame

Fili d’oro e d’argento per tesori «nascosti»
Al Poldi Pezzoli le «trame di lusso» di principi e dame del Rinascimento
Esposti abiti, damaschi, broccati e dipinti realizzati con tecniche segrete alla corte dei Visconti e degli Sforza.


Madonna con il Bambino, di Giovanni Ambrogio Bevilacqua: con oro, argento, seta. Tela del 1500 (dalla Pinacoteca del Castello Sforzesco)
Il colore più lussuoso nel Rinascimento? Il nero. Se si voleva un bel «nigro» lucente bisognava ottenerlo con una tintura di sostanze ferrose ricavata dalla molatura di spada, che però corrodeva le fibre naturali come la lana e la seta. Era dunque il massimo dello spreco, un lusso che solo un principe poteva permettersi, come si vede dal raro esempio di velluto nero quattrocentesco da oggi esposto al museo Poldi Pezzoli: il paliotto del Christus patiens, usato per il funerale di Beatrice d'Este, che chiude la mostra «Seta, oro, cremisi. Segreti e tecnologia alla corte dei Visconti e degli Sforza». Un'occasione imperdibile per ammirare circa cinquanta pezzi (velluti, damaschi, lam­passi, ricami con oro e perle, ma anche codici miniati, orefi­cerie e dipinti), che restano sempre chiusi negli armadi dei musei.


Curata da Chiara Buss e Annalisa Zanni, la mostra nasce da anni di ricerche dell'Istituto per la storia dell’arte lombarda (in collabora­zione con nove istituzioni eu­ropee) sulla produzione seri­ca in Lombardia dal XV secolo fino ad oggi, che verrà illustra­ta nei prossimi anni in cinque mostre che saranno ospitate in diversi musei. Il racconto di questo primo appuntamento prende avvio nel 1442 quando Filippo Maria, l'ultimo dei Viscon­ti, chiama a Milano i migliori artigiani della seta per im­piantare un'industria che diventa subito competitiva con quelle avviate di Firenze, Genova e Venezia. Anche gli Sforza la soster­ranno perché il lusso, nella società di allora basata sul censo, era un fondamentale se­gno di potere e la nuova dina­stia doveva convincere di essere quello che non era: l'ere­de legittima dei Visconti. In quarant'anni i setaioli milanesi raggiunsero l'apice del prestigio per deperire a poco a poco, quando venne meno il necessario sostegno politico della corte. Appesi alle pareti o indossati in occasione di feste e ricevimenti di ambasciatori, i tessu­ti erano parte del linguaggio politico dei tempi.


Caftano di fine ’400, dal Museo Nazionale di Bucarest
«C'è un frammento di damaschino d'oro, grande quanto un libro aperto, che fa un discorso sul matrimonio di Massimiliano I con Bianca Maria Sforza», spiega Chiara Buss. «Attraverso un bocciolo di sempreviva tessuto nella trama del vestito dell'imperatore, egli affermava che la stirpe degli Sforza sarebbe diventata imperiale e infatti Ludovico il Moro riceverà l'investitura». Superio­re a quello dei quadri, il valore dei tessuti era equiparato a quello dei gioielli e dei terreni. Fra i più preziosi c'erano quelli d'oro (una sottile lamina veniva attorcigliata su un filo di seta) e quelli di colore rosso, il cremisi, ottenuto con migliaia di cocciniglie prove­nienti dall'Oriente e barattate con pezze prodotte a Milano, come si vede dal rarissimo caftano appartenuto a un boiardo della Valacchia, prestato dal museo di Bucarest. Non fu un caso che, alla fine del Quattrocento, Ludovico il Moro fosse uno dei primi a indossare «la turca» che si diffonderà poi nel XVI secolo. È questo è proprio uno degli aspetti più affascinanti della mostra: vedere i tessuti fian­co a fianco ai quadri dove ven­gono indossati dai personag­gi del tempo, è come veder vi­vere la storiA.
Museo POLDI PEZZOLI - Via Manzoni, 12 - Milano - fino al 21 febbraio 2010

"RILLETTES" di sardine con olive e ricotta

Per i golosi, da gustare con un "bianchino", aspettando che sia pronta la cena.



Ingredienti:
- 2 scatole di sardine all'olio
- olive nere
- 1 cucchiaio aceto balsamico
- 100 gr ricotta
- 1 ramo di timo, sale e pepe

Preparazione:
- Sminuzzare le olive snocciolate
- Mettere le sardine in una ciottola (pulite della lisca e della pelle)
- Schiaccarle con una forchetta, incorporare le olive, l'aceto ed il timo
- Salare leggermente e peppare.

Servire su fette di pane tostato.

domenica 25 ottobre 2009

Giovanni SACCHI-Grande modellista contemporaneo



E' stata inaugurata la "Bottega Sacchi" allo Spazio MIL di Sesto San Giovanni. E' stato ricostruito il laboratorio milanese dove lavorava. Ha collaborato con i più importanti architetti e designer italiani, da Renzo Piano a Giò Ponti. Suoi sono i prototipi del telefono Grillo, le teiere Alessi, la macchina da cucire "Mirella", la macchina da scrivere "Lettera 22" e "Lettera 32".
http://www.archiviosacchi.it/archivio/index.php?categoria=prodotti&sottocategoria=&primorecord=0&id=4&cerca=&autore=&committente=&descrizione=&anno=&tabella=&azione=

giovedì 22 ottobre 2009

Emilio LONGONI - Galleria d'arte moderna

Ritratti dal vero: omaggio a Longoni
Nature morte, fanciulle, paesaggi, rivolte operaie: l’avventura dell'artista tra divisionismo e simbolismo.

«Cocomeri e poponi», di Emilio Longoni, 1886
A 150 anni dalla nascita, un dovuto omaggio al pittore milanese Emilio Longoni (1859-1932), organizzato alla Galleria d'Arte Moderna, raccoglie 23 dipinti provenienti dalle collezioni della stessa GAM e da quelle della Banca di Credito Cooperativo di Barlassina, paese natale dell'artista. Curata da Giovanna Ginex la mostra costruisce un percorso tra Divisionismo e Simbolismo, intorno ai temi tipici delle diverse fasi: dalle nature morte, che segnano l'esordio del pittore, ai ritratti e alle figure, sino alle opere di impegno sociale e ai paesaggi di montagna che caratterizzano l'ultima produzione.

«L'oratore dello sciopero» di Longoni
Nella Sala del Parnaso, affrescata da Andrea Appiani, al primo piano di Villa Belgiojoso Bonaparte, sede del museo, una stanza di cristallo allestita per l'occasione accoglie le realizzazioni divisioniste dei paesaggi alpini, panorami grandiosi e simbolici, come la serie dei ghiacciai eseguiti in alta quota, al riparo di una capanna portatile. Sui muri della stessa sala trovano invece collocazione le nature morte e le figure. Tra esse, oltre alle molte fanciulle, emblemi di un'infanzia povera e discriminata, anche «L'oratore dello sciopero», tela nella quale «Longoni traduce la cronaca urbana, la tensione politica del momento e la propria tensione emotiva», come spiega Ginex nel catalogo (edito da Skira), registrando i fermenti di una società in cambiamento dove «il muratore issato sull'impalcatura diviene metafora della trasformazione edilizia urbana».

Emilio Longoni - Sola

Galleria d'Arte Moderna. Via Palestro 16. Tel. 02.76.34.08.09. Orari: 9-13 e 14-17.30Lun chiuso. Ingresso libero. Dal 21 ottobre (ore 18.30) al 31 gennaio.
http://www.google.it/search?hl=it&source=hp&q=vivimilano+emilio+longoni&meta=&rlz=1W1GGLR_en&aq=f&oq=

Patrice LECONTE - Omaggio

Patrice Leconte, uno sguardo parigino
La retrospettiva-omaggio curata dal Centro Studi Cinematografici, fra rarità e recuperi

Fra gli autori di culto in Francia, Patrice Leconte, parigino doc, classe 1947, ha un suo vastissimo pubblico anche in Italia: merito soprattutto di un paio di colpi messi a segno nel 1989 e nel 1990, rispettivamente con il bel noir «L'insolito caso di Mr. Hire», e con l'eccentrico e romantico «Il marito della parrucchiera» che lanciò in tutto il mondo Anna Galiena. Sono due dei titoli che compongono la retrospettiva-omaggio «Patrice Leconte», curata dal Centro Studi Cinematografici, al cinema Gnomo, fra rarità e recuperi. Con la giornata di inaugurazione, martedì 27, che offre la possibilità di gustarsi alle ore 19 l'ineffabile Jean Rochefort alle prese con l'amore per la sensualissima Galiena, nel citato «Il marito della parrucchiera», e alle 21 il raro «Tango» (1993), dal cast stellare che unisce Philippe Noiret, Richard Boringer e Miou-Miou in un complesso e malizioso intrigo che ruota intorno a un assassinio su commissione.

Mercoledì 28 alle 19 è da non perdere la perfetta performance di Michel Blanc in «L'insolito caso di Mr. Hire», con Sandrine Bonnaire, che è anche interprete giovedì 29, alle 21, del raffinato «Confidenze troppo intime» (2004).


A chiudere la rassegna, domenica 1 alle 21, il riuscito «L'uomo del treno», premio del pubblico alla Mostra di Venezia 2002, e ottimo duetto fra l'attore-feticcio di Leconte, Jean Rochefort, e l'inossidabile rock star di Francia Johnny Halliday, una rivelazione d'attore: un incrocio di destini tra due uomini diversissimi, un rapinatore avventuriero e un professore prigioniero delle proprie abitudini.


Patrice Leconte. Gnomo. Via Lanzone 30/a. Tel. 02.80.41.25. Da martedì 27 ottobre a domenica 1 novembre. Ingresso 4,60 euro piu' tessera 2,60 euro.
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cinema_e_teatro/09_ottobre_20/uno-sguardo-aprigino-1601886852924.shtml

La Festa del Teatro a Milano


Sabato 24 e domenica 25 ottobre 2009
con un prologo venerdì 23 e un epilogo lunedì 26
Tutto pronto per la quarta edizione della Festa del Teatro, grande kermesse della scena milanese promossa dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, dalla Regione Lombardia e dall’AGIS lombarda. L’appuntamento è fissato per l’ultimo fine settimana di ottobre: in programma 150 spettacoli in 99 siti cittadini - tutti i teatri e molte sedi monumentali e originali - cui si aggiungono i teatri di Monza, Seregno e Brugherio; biglietti da 0 a 4 euro.
Il 23 ottobre VALENTINA CORTESE, madrina della manifestazione, inaugurerà la FESTA con un RECITAL-PROLOGO al Teatro Out Off tratto dal poema della grande Alda Merini MAGNIFICAT, guidata da Fabio Battistini. Importante appuntamento domenica 25, al Piccolo Teatro di Milano, quando Carlo Fontana terrà una lectio magistralis intitolata a Paolo Grassi-operatore culturale. Mentre sempre a Valentina Cortese spetta lo spettacolo di chiusura che il 26 ottobre la vedrà impegnata con i versi di un altro gran Lombardo: quel Giovanni Testori che le dedicò Erodiade e che nei versi di AMORE, scelti per L’EPILOGO della FESTA, scrisse alcune delle liriche amorose più belle della nostra letteratura moderna. Sempre il 26 ottobre all’Allianz Teatro, sarà offerta in esclusiva per il pubblico della FESTA l’anteprima del nuovo tour del musical di Saverio Marconi, PINOCCHIO, con le musiche dei Pooh, di ritorno dalla presentazione a Seoul e già incoronato nel 2008 spettacolo più visto dell’anno.
La FESTA si farà intensa il 24 e il 25 ottobre con un programma denso e ricco di nuovi spettacoli e grandi ritorni, mentre il parlare di teatro, con ospiti anche inattesi in brevi incontri intitolati PENSIERI LIBERI PER IL TEATRO, sarà un po’ la novità di quest’anno. Valgano come esempio la presenza di Paolo Rossi o di Patrick Nothomb, console del Belgio, quest’ultimo ad introdurre lo spettacolo allo Spazio Mil ACIDO SOLFORICO di Amelie Nothomb, e, tra gli altri, di Francesco Tadini, Rino Silveri e Roberto Piumini.
http://www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect/ContentLibrary/giornale/giornale/eventi/teatro/prosa/iv+festa+del+teatro+di+milano

giovedì 15 ottobre 2009

TORTA DI MELE RUSTICA

E' una torta facile e rapida da preparare in questa stagione delle mele.




Ingredienti:
- pasta frolla o brisée
- 3 belle mele
- 2 uova
- panna 150 ml
- zucchero a piacere
- uva sultanina
- 1 pizzico di sale
- cannella

Preparazione:
Stendere la pasta, metterla in una teglia inburrata e bucherellarla. Lasciare riposare in frigo.
Scaldare il forno 200°C.
Pulire le mele e tagliarle a pezzetti.
In una ciottola sbattere le uova, lo zucchero e il pizzico di sale.
Disporre le mele sulla pasta, versare il composto, aggiungere l'uva sultanina ammorbidita e spolverare di cannella.
Cuocere per circa 30 minuti.
Per una pasta ben crocante, si può cuocere "a bianco" prima di guarnirla.

martedì 13 ottobre 2009

IL KIWANO


Il kiwano (Cucmis metuliferus) e' un frutto originario del Sud-Africa ed attualmente coltivato soprattutto in Nuova Zelanda e, in parte minore, anche in Francia ed in Italia. Assomiglia ad un fico d'India delle dimensioni, pero', di un melone: la buccia e' di colore verde quando e' ancora acerbo, fino a diventare giallo-arancione nel pieno della maturazione; presenta sulla superficie numerose protuberanze dure che lo rendono particolarmente decorativo. La polpa e' gelatinosa, verde brillante e cosparsa di piccoli semi commestibili; il gusto, tipicamente agrodolce ed aromatico, ricorda quello della banana e del limone insieme.
E' presente sul mercato da aprile a maggio e da agosto a dicembre, e nell'acquistarlo occorre fare attenzione che abbia una colorazione giallo-arancio: cio' significa che e' maturo al punto giusto per essere consumato; si conserva a temperatura ambiente anche per alcuni mesi. In cucina si consuma al naturale, tagliato a spicchi e mangiato con un cucchiaino; e' ottimo nelle macedonie (tagliata la calotta e vuotato della polpa, il frutto si presta a diventare una originalissima coppa da riempirsi con frutta o gelato) e nei sorbetti, o come antipasto insieme ai frutti di mare; per la bella colorazione verde che da' la sua polpa, viene anche molto utilizzato nella realizzazione di cocktails.

Per quanto riguarda le proprieta' nutrizionali, il kiwano e' ricchissimo di vitamina C (ne contiene quattro volte di piu' degli agrumi); ha pertanto un forte potere antiossidante rafforzando notevolmente le difese immunitarie. Contiene anche una notevole quantita' di calcio e potassio (aiutando cosi' il sistema cardiovascolare e riequilibrando la presenza dei liquidi nell'organismo). Ha un basso valore energetico: 100 g. di prodotto forniscono appena 34 kcalorie.

VENTAGLI - CAPITOLO VI

XX° secolo
Ventaglio Francese del periodo Liberty in piume di struzzo e stecche in corno biondo firmato "Duvelleroy". Sulla stecca madre sono presenti iniziali in oro con diamanti sormontate da una corona in oro e smalti.
.

- Chiuso e rivolto in basso: "VENITE VICINO A ME"
- Aperto e nasconde gli occhi: "VI AMO"
- Chiuso e appoggiato all'orecchio sinistro: "NON RIVELATE IL NOSTRO SEGRETO"
- Tenuto chiuso nella mano destra: "ADIEU, ARRIVEDERCI".

lunedì 12 ottobre 2009

Edward HOPPER al Palazzo Reale di Milano

EDWARD HOPPER - Mostra dal 14 Ottobre 2009 al 24 gennaio 2010
Il più popolare e noto artista americano del XX secolo e il maggior esponente del Realismo statunitense, pittore che più di ogni altro ha saputo rappresentare la vita quotidiana e la solitudine dell’uomo moderno. Una grande mostra antologica, senza precedenti in Italia, racconta Edward Hopper con oltre 160 opere.

Nato nel 1882 e cresciuto a Nyack una piccola cittadina nello Stato di New York, Edward Hopper studia per un breve periodo illustrazione e poi pittura alla New York School of Art con i leggendari maestri William Merritt Chase e Robert Henri. Si reca in Europa tre volte (dal 1906 al 1907, nel 1909 e nel 1910) e soprattutto le esperienze parigine lasciano in lui un segno indelebile, alimentando quel sentimento francofilo che non lo avrebbe mai abbandonato, anche dopo essersi stabilito definitivamente a New York, dal 1913.Alto un metro e novanta, nonostante la forte presenza fisica, era famoso per la sua reticenza, scriveva o parlava pochissimo del suo lavoro. Scomparso all’età di ottantaquattro anni, la sua arte gode della stima della critica e del pubblico nel corso di tutta la carriera, nonostante il successo dei nuovi movimenti d’avanguardia, dal Surrealismo all’Espressionismo astratto, alla Pop art. Nel 1948 la rivista “Look” lo nomina uno dei migliori pittori americani; nel 1950 il Whitney Museum organizza un’importante retrospettiva su di lui e nel 1956 il “Time” gli dedica la copertina. Nel 1967, l’anno della sua morte, rappresenta gli Stati Uniti alla prestigiosa Bienal di São Paulo.Da allora, l’opera di Hopper è stata celebrata in diverse mostre e ha ispirato innumerevoli pittori, poeti e registi. Eloquente il tributo del grande John Updike che in un saggio del 1995, definisce i suoi quadri “calmi, silenti, stoici, luminosi, classici”.

venerdì 9 ottobre 2009

MATLEY, ospite quasi fisso

Su richiesta di un anonimo, non del tutto anonimo, ecco qualche foto del mio ospite preferito.





mercoledì 7 ottobre 2009

Società dei Concerti-Serie SMERALDO

Oggi il primo concerto della stagione 2009/2010 della Società dei Concerti al Conservatorio Giuseppe Verdi con la SINFONIEORCHESTER WUPPERTAL, Direttore Toshiyuki KAMIOKA e pianista Finghin COLLINS.
In programma:
- L. Van Beethoven Concerto n.5 "Imperatore"
- L. Van Beethoven Sinfonia n. 7

http://www.soconcerti.it/main.htm

Tarte aux quetsches (Susine)

Fattevi piacere e prolungate la dolcezza dell'estate con questa ricetta di "tarte" con le Susine.


Ingredienti:
pasta frolla o brisée
500 g susine
100 g di zucchero a velo
100 g burro salato a temperature ambiente
100 g mandorle in polvere
1 uovo
zucchero vanigliato

Preparazione:
Preriscaldare il forno a 180 C°. Disporre la pasta in una tortiera di 28 cm e mettere in frigo per 10 minuti.
In una ciotola, mescolare con un cucchiaio di legno lo zucchero a velo, il burro a pezzetti, la polvere di mandorle e l’uovo intero.
Mettere l’impasto ottenuto sul fondo di pasta e disporre le susine, parte tagliata verso l’alto, poi spolverare di zucchero vanigliato.
Cuocere per 30/40 minuti:
Questa “tarte” si può fare anche con le prugne Regina Claudia.

lunedì 5 ottobre 2009

TOPIARIA e FIORI una domenica d'autunno

Ho scattato queste due foto in un giardono del cremasco, complimenti all'artista.


L'Arte topiaria consiste nel potare alberi e arbusti al fine di dare loro una forma geometrica, diversa da quella naturalmente assunta dalla pianta, per scopi ornamentali. Si formano così siepi formali, oppure partendo da esemplari singoli o piccoli gruppi, soggetti con varie forme, astratte oppure di animali, oggetti, persone.

Questa arte è nata all'epoca dell'Antica Roma. Le piante vengono fatte crescere a volte con appositi supporti metallici per guidarle verso la forma definitiva. Piante potate secondo questi criteri richiedono un'elevata manutenzione dovuta ai numerosi interventi sui nuovi rami, per mantenere la forma scelta.
L'Arte topiaria è impiegata nella formazione dei parterres tipici dei giardini costruiti fra il sedicesimo e il diciottesimo secolo, dove basse siepi di bosso disegnano in modo più o meno complesso settori riempiti da piante fiorite, a formare una sorta di arazzo vegetale apprezzabile soprattutto se visibile da un luogo sopraelevato. Negli antichi giardini, dove gli unici colori erano le sfumature di verde delle diverse piante e il colore della ghiaia dei giardini, era necessario dare alle piante delle forme artistiche, per concentrare la bellezza del giardino in quegli elementi dominanti.

Al giorno d'oggi l'arte topiaria è utilizzata solitamente su singole piante, come elemento caratterizzante del giardino, oppure simmetrica su molte piante se si vuole creare un effetto maestoso: in questo caso è consigliato se le piante sono in vaso, per evitare che il giardino diventi troppo "pesante".

Per dare un po di colore qualche scatto di roselline e di una stupenda mela!!





giovedì 1 ottobre 2009

Roberto SAVIANO - La bellezza e l'inferno


«Il titolo di questo libro vuole ricordare che da un lato esistono la libertà e la bellezza necessarie per chi scrive e per chi vive, dall’altro esiste la loro negazione: l’inferno che sembra continuamente prevalere. Ad Albert Camus appartiene una piccola frase apparentemente senza peso. Per me, invece, ne ha molto perché mi ricorda quanto Giovanni Falcone diceva a proposito della mafia e del suo essere un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani delimitato da un inizio e da una fine. Ecco allora quel che scrisse Camus: “L’inferno ha un tempo solo, la vita un giorno ricomincia”». [Roberto Saviano]

La bellezza e l'inferno è una raccolta scelta di scritti e articoli di Roberto Saviano apparsi in questi anni sui media italiani e internazionali e che, per la prima volta riuniti in un unico volume, diventano testimonianza del suo percorso letterario e di vita.

La bellezza e l'inferno ripercorre i primi passi dell'autore nell'ambito della letteratura e della militanza antimafia, a partire dai suoi primi contributi giornalistici su riviste e siti internet, fino alla sua attiva partecipazione alla vita nazionale come il terremoto in Abruzzo e ai vari riconoscimenti internazionali come l'invito all'Accademia dei Nobel di Stoccolma.

Roberto Saviano ci restituisce con le sue parole una serie di ritratti di luoghi, guerre e uomini che testimoniano di un presente terribile e feroce che pochi hanno avuto il coraggio di guardare in faccia: dal campione di calcio Lionel Messi ai pugili di Marcianise, da Anna Politkovskaja a Miriam Makeba e Enzo Biagi.

DARIO FO - Sant'Ambrogio e l'invenzione di Milano

Debutta al Piccolo (dal 6 al 11 Ottobre) in prima mondiale assoluta il nuovo spettacolo con cui Dario Fo e Franca Rame raccontano la storia del Vescovo di Milano.
Trascorsa l’estate ad adattare per la scena il soggetto a cui ha dedicato il suo ultimo libro, Dario Fo è giunto alla naturale conclusione di dividere la scena con la compagna di una vita, Franca Rame, che insieme a lui nell’ultimo mezzo secolo ha vissuto la città da protagonista non solo della sua vita culturale ma anche di battaglie civili e impegno politico. Nello svolgersi del lavoro drammaturgico, quelli che erano due grandi monologhi (Ambrosius e All’improvvisa) sono quindi confluiti in un unico testo a due voci, che ha preso corpo in Sant’Ambrogio e l’invenzione di Milano.
La biografia della coppia si sovrappone alla storia della loro città dal dopoguerra ad oggi, nel segno del coraggio e dell’indipendenza intellettuale di cui Ambrogio è stato esempio tanti secoli prima.

Dario Fo e Franca Rame si presentano al pubblico del Piccolo Teatro con uno spettacolo in prima assoluta su Ambrogio, patrono di Milano a cui diede massimo lustro e davanti al quale s’inchinarono imperatori, papi e vescovi, e oggi si trova ad essere quasi uno sconosciuto nella sua città…
Così si dipana sulla scena il viaggio avventuroso alla scoperta della vita di Ambrogio e, contemporaneamente, delle radici di Milano. Il racconto è accompagnato da grandi proiezioni di disegni e pitture, con la regia multimediale di Felice Cappa, che fanno rivivere i protagonisti delle vicende e mostreranno una Milano poco nota, con piazze e architetture degne di una città che è stata capitale dell’impero romano.
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MODIGLIANI alla fondazione Luciana Matalon

A Milano, dal 30 settembre al 20 novembre 2009, il Museo Fondazione Luciana Matalon (Foro Buonaparte 67) ospita una mostra dedicata ad Amedeo Modigliani, che approfondisce la conoscenza di uno degli artisti più importanti e originali del Novecento. L’ iniziativa, dal titolo “Modigliani, una storia segreta” , curata da Massimo Riposati e organizzata in collaborazione con il Modigliani Institut Archives Legales Paris-Rome, presieduto da Christian Parisot, ruota attorno a un’ opera che viene presentata per la prima volta nel capoluogo lombardo.


UNA PRIMA ASSOLUTA

Si tratta del dipinto a olio Jeune femme à la guimpe blanche che ritrae Simone Thiroux, giovane donna medico che, nell’ inverno del 1916, ebbe una fugace relazione con l’ artista livornese e da cui nacque un figlio, Gérald, mai riconosciuto dal padre. Di questo episodio della vita di Modì non si ha quasi traccia nella sua biografia. Per Simone e Gérald non ci fu spazio nella sua complicata esistenza; in quegli anni l’ artista, infatti, incontrò la donna più importante della sua vita, Jeanne Hebuterne, da cui avrà, nel 1918, la figlia Jeanne.

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